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Bonus ristrutturazione 2023

La detrazione fiscale per interventi di recupero del patrimonio edilizio nel corso degli anni ha subito diversi cambiamenti. In passato era fissata al 36%, poi al 41%. Oggi raggiunge un generoso 50%. Così come è accaduto nel 2023, anche nel 2024 puoi sfruttare il bonus ristrutturazione per qualsiasi lavoro di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia su singole unità residenziali e parti comuni di edifici residenziali (come previsto dall’articolo 1117 del Codice Civile). Questa detrazione fiscale riguarda tutte le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024, con un massimale di 96.000 euro, distribuito in 10 rate annuali.

Bonus ristrutturazione 2023

Quali sono le novità per il bonus ristrutturazione 2023? Ecco sinteticamente le regole in vigore:

  • detrazione: 50%;

  • scadenza: 31/12/2024;

  • cessione del credito: 31/12/2024.

Bonus ristrutturazione 2023: cos’è

È importante notare che il bonus ristrutturazione 2023 a differenza del Superbonus per le unifamiliari al 90% non presenta un requisito di reddito minimo di 15.000 euro, ma presenta un limite massimo di spesa di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Questa agevolazione fiscale è destinata a tutti coloro che intendono effettuare interventi di ristrutturazione edilizia e offre una detrazione del 50% applicabile principalmente per i lavori di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia.


Bonus ristrutturazione 2023: a chi spetta

Il bonus ristrutturazione può essere richiesto da tutti i contribuenti, residenti o non, in Italia. Le agevolazioni non sono riservate solo ai proprietari, ma si estendono anche a chi detiene diritti reali o personali sugli immobili interessati dai lavori e ne copre le spese. Questi includono:

  • proprietari o nudi proprietari;

  • titolari di diritti di godimento come usufrutto, uso, abitazione o superficie;

  • locatari o comodatari;

  • soci di cooperative (divise e indivise);

  • imprenditori individuali (per immobili non classificati come beni strumentali o merce);

  • soggetti definiti nell’articolo 5 del Tuir che generano reddito in forma associata. Questi possono essere società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti equiparati, oltre alle imprese familiari. L’accesso alle agevolazioni segue le stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali.

La detrazione è concessa anche a chi, pur sostenendo le spese e risultando beneficiario di bonifici e fatture, rientra in una delle seguenti categorie:

  • familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado);

  • coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge;

  • componente dell’unione civile (la legge n. 76/2016, per garantire la tutela dei diritti derivanti dalle unioni civili tra persone delle stesso sesso, equipara al vincolo giuridico derivante dal matrimonio quello prodotto dalle unioni civili);

  • convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato, per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016.

Nella casistica appena descritta, a patto che siano soddisfatte tutte le altre condizioni, la detrazione è valida anche se le autorizzazioni comunali sono intestate al proprietario dell’immobile.

Se 2 persone sono comproprietarie di un immobile e la fattura e il bonifico sono intestati a una sola di loro, ma entrambe sostengono le spese di ristrutturazione, la detrazione spetta anche all’altro individuo, a condizione che la fattura riporti la percentuale di spesa sostenuta da quest’ultimo.

Nel caso di un contratto preliminare di vendita (compromesso), l’acquirente dell’immobile ha diritto alle agevolazioni se:

  • è stato immesso nel possesso dell’immobile;

  • esegue i lavori a sue spese;

  • il compromesso è stato registrato entro la data di presentazione della dichiarazione dei redditi in cui si richiede la detrazione.

Anche coloro che eseguono personalmente i lavori sull’immobile possono richiedere la detrazione, ma solo per le spese sostenute per l’acquisto dei materiali utilizzati.


Bonus ristrutturazione 2023: interventi ammessi

Il bonus ristrutturazione è un’agevolazione fiscale concessa per interventi finalizzati a:

  • manutenzione straordinaria:

    • rinnovo e sostituzione di parti anche strutturali degli edifici;

    • realizzazione ed integrazione di servizi igienico/sanitari e tecnologici, sempre che non vadano a modificare la volumetria complessiva degli edifici e non comportino mutamenti delle destinazioni d’uso;

    • installazione di ascensori e scale di sicurezza;

    • sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande e con modifica di materiale o tipologia di infisso;

    • rifacimento di scale e rampe;

    • interventi finalizzati al risparmio energetico;

    • recinzione dell’area privata;

    • costruzione di scale interne;

    • ecc.;


  • restauro e risanamento conservativo:

    • interventi mirati all’eliminazione e alla prevenzione di situazioni di degrado;

    • adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto delle volumetrie esistenti;

    • apertura di finestre per esigenze di aerazione dei locali;


  • ristrutturazione edilizia:

    • demolizione e ricostruzione;

    • modifica della facciata;

    • realizzazione di una mansarda o di un balcone;

    • trasformazione della soffitta in mansarda o del balcone in veranda;

    • apertura di nuove porte e finestre;

    • costruzione dei servizi igienici in ampliamento delle superfici e dei volumi esistenti.


Inoltre, i soggetti che sostengono le spese per gli interventi di ristrutturazione degli edifici possono optare:

  • per l’utilizzo diretto della detrazione d’imposta, da ripartire in 10 quote annuali costanti;

  • per la cessione del credito;

  • per lo sconto in fattura.

Bonus ristrutturazione 2023: pagamenti e documentazione da conservare

Per ottenere il Bonus Ristrutturazione 2023 è fondamentale effettuare i pagamenti relativi ai lavori attraverso bonifici bancari o postali parlanti. Nel bonifico è necessario specificare la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il codice fiscale o Partita IVA del beneficiario del pagamento.

Per quanto riguarda la documentazione è importante conservare una serie di documenti, tra cui:

  • eventuali abilitazioni amministrative per i tipi di lavori eseguiti;

  • eventuali dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà con dettagli sui lavori;

  • domande di accatastamento per immobili non censiti;

  • ricevute di pagamento dell’IMU, se dovute;

  • delibere di approvazione dei lavori e tabella millesimale di ripartizione delle spese per interventi sulle parti comuni negli edifici residenziali;

  • dichiarazioni di consenso del possessore dell’immobile all’esecuzione dei lavori (solo se diverso dai familiari conviventi);

  • eventuali comunicazioni preventive da inviare all’ASL con la data di inizio dei lavori (se obbligatorio);

  • fatture e ricevute fiscali relative alle spese sostenute;

  • ricevute dei bonifici di pagamento.

Bonus ristrutturazione 2023: cessione del credito e sconto in fattura

Una delle peculiarità del bonus ristrutturazione è la possibilità di utilizzare la cessione del credito o lo sconto in fattura in alternativa alla detrazione in dichiarazione dei redditi. Queste opzioni si applicano a vari tipi di lavori, tra cui: il recupero del patrimonio edilizio, la riqualificazione energetica, le misure antisismiche e il recupero o il restauro delle facciate degli edifici esistenti.

Ricordiamo che è possibile utilizzare la cessione del credito e lo sconto in fattura se entro il 16 febbraio 2023 risultino effettuati le seguenti opzioni:

  • stipulato un contratto di appalto;

  • accettazione di un preventivo;

  • pagamento di un acconto tramite bonifico bancario.

Nel caso in cui l’acconto tramite bonifico bancaria sia stato versato dopo il 16 febbraio 2023, occorrerà che il committente e il fornitore sottoscrivano un’autocertificazione sotto forma di dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà in cui si attesti che l’inizio dei lavori o che l’accordo vincolante tra committente e fornitore sia avvenuto prima del 16 febbraio 2023.

Una volta verificata l’idoneità per la cessione del credito o dello sconto in fattura, è necessario effettuare la comunicazione delle opzioni per interventi edilizi all’Agenzia delle Entrate. Ricordiamo che tale comunicazione doveva essere effettuata entro il 31 marzo scorso, per riuscire ad utilizzare della cessione dei crediti a terzi o per l’applicazione dello sconto in fattura, in riferimento alle spese sostenute nel corso del 2022.

Se tale comunicazione non è stata ancora effettuata, è possibile ricorrere all’istituto della remissione in bonis, versando una sanzione di 250 euro entro la scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al 2022 (2 ottobre 2023 per il modello 730/2023 e 30 novembre 2023 per il modello Redditi 2023).

Per le spese sostenute nel 2023, invece, la comunicazione potrà essere inviata entro il 16 marzo 2024.


Bonus ristrutturazione 2023: spese ammesse in detrazione

Per quanto riguarda le spese ammesse in detrazione fiscale del 50%, è importante fare riferimento alla guida dell’Agenzia delle Entrate. Questa guida specifica quali spese sono ammissibili per gli interventi in condominio e quelli sugli edifici singoli. Le spese generali rientrano in diverse categorie, tra cui:

  • manutenzione ordinaria e straordinaria;

  • restauro e risanamento conservativo;

  • ristrutturazione edilizia;

  • interventi di recupero a causa di eventi calamitosi;

  • progettazione e prestazioni professionali connesse;

  • installazione di apparecchi di rilevazione di gas o riparazione di impianti per la sicurezza domestica;

  • cablatura degli edifici e contenimento dell’inquinamento acustico;

  • bonifica dall’amianto;

  • perizie e sopralluoghi;

  • messa in regola degli edifici;

  • realizzazione di autorimesse o posti auto.

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