Un emendamento approvato al decreto Sostegni bis prevede la nascita di un nuovo credito d’imposta al 50% per gli interventi di restauro sugli immobili di interesse storico artistico
In questi giorni il Parlamento sta portando avanti l’iter di conversione in legge del decreto Sostegni bis.
Al riguardo segnaliamo che la commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento che introduce un nuovo bonus fiscale con credito d’imposta al 50%: il “bonus restauro“.
Il bonus restauro
L’emendamento approvato introduce, al testo originario del decreto, l’art. 65 bis “Fondo per il restauro e per altri interventi conservativi sugli immobili di interesse storico e artistico”.
L’articolo prevede l’istituzione presso il Ministero della Cultura (ex MIBAC) di un Fondo per il restauro e per altri interventi conservativi sugli immobili di interesse storico e artistico soggetti alla tutela prevista dal codice dei beni culturali e del paesaggio, con una dotazione di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022.
Il Fondo è finalizzato alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio immobiliare di interesse storico e artistico, anche in ragione della crisi economica determinata dall’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Alle persone fisiche che detengono a qualsiasi titolo tali immobili si prevede di riconoscere per le spese sostenute negli anni 2021 e 2022 per:
la manutenzione;
la protezione;
il restauro;
un credito d’imposta pari al 50 % degli oneri rimasti a carico delle medesime persone fisiche, fino a un importo massimo complessivo del citato credito di 100.000 euro.
Il credito d’imposta spetta a condizione che l’immobile non sia utilizzato nell’esercizio di impresa.
Il credito d’imposta sarebbe utilizzabile in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del dlgs n. 241/1997, a decorrere dal riconoscimento dello stesso e non sarebbe cumulabile con qualsiasi altro contributo o finanziamento pubblico.
Si prevede, inoltre, che i soggetti beneficiari del credito d’imposta possano, in luogo dell’utilizzo diretto, optare per la cessione, anche parziale, dello stesso credito ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari.
Con decreto del Ministro della cultura, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, dovrebbero essere stabiliti i criteri e le modalità di gestione e di funzionamento del Fondo, nonché le procedure per l’accesso alle sue risorse.
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