risoluzione delle controversie: albo unico, mobilità fra vari distretti, commissioni di verifica per le nomine, giuramento telematico
Novità in arrivo per i professionisti che svolgono l’attività di CTU (consulente tecnico d’ufficio) presso i Tribunali; è stato, infatti, approvato (in prima lettura al Senato) il disegno di legge delega per la riforma del processo civile.
Il ddl, che ha come obiettivo quello di migliorare l’efficienza del sistema giudiziario ed arrivare ad una risoluzione spedita delle controversie (come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – PNRR), prevede anche la revisione della normativa in materia di consulente tecnico di ufficio.
La norma introduce, infatti, alcune indicazioni per la formazione continua e la mobilità dei professionisti (che dovranno essere dettagliate da appositi decreti attuativi) ma, soprattutto, le indicazioni per consentire di scegliere in tempi rapidi il CTU più adatto.
Ddl delega per la riforma della giustizia
Ricordiamo che il PNRR ha individuato nella lentezza della giustizia italiana un limite al potenziale di crescita del Paese prevedendo pertanto una riforma complessiva del sistema al fine di ridurre la durata dei giudizi e di diminuire i contenziosi.
Il nuovo disegno di legge, che si compone di 23 articoli, prevede una serie di deleghe al Governo che dovranno essere esercitate entro un anno dall’entrata in vigore della legge.
In materia di giustizia, sinteticamente, il provvedimento:
potenzia gli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie da esperire anche con modalità telematiche, incentivando la mediazione civile e commerciale;
interviene sulla disciplina dell’arbitrato prevedendo tra le altre anche l’inserimento delle norme in tema di arbitrato societario all’interno del codice di procedura civile;
reca una serie di modifiche al processo civile di primo grado, al fine di migliorare l’efficienza della giustizia civile;
interviene sulla disciplina del giudizio d’appello potenziando il filtro di ammissibilità e semplificando la fase istruttoria del procedimento;
introduce la possibilità, per il giudice di merito, di proporre il “rinvio pregiudiziale”, ossia di sottoporre direttamente alla Corte la risoluzione di una questione di mero diritto, sulla quale il giudice abbia già sollevato il contraddittorio delle parti, purché sia questione del tutto nuova, di particolare importanza, suscettibile di presentarsi in numerosi giudizi e fonte di gravi difficoltà interpretative;
modifica la disciplina del processo esecutivo valorizzando le misure di coercizione indiretta di cui all’art. 614 bis c.p.c., prevedendo, con riguardo alle espropriazioni immobiliari la possibilità per il debitore di vendere direttamente l’immobile pignorato, ad un prezzo non inferiore a quello base indicato nella perizia di stima;
introduce misure di riordino e implementazione delle disposizioni sul processo civile telematico;
interviene sulla disciplina dell’Ufficio per il processo, prevedendo tra le altre l’istituzione di strutture organizzative analoghe ad esso anche presso la Corte di Cassazione e presso la Procura generale presso la Cassazione;
introduce un rito unico, applicabile a tutti i procedimenti relativi allo stato delle persone, ai minorenni e alle famiglie;
prevede l’istituzione del Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie.
Riforma CTU
Il comma 14 del disegno di legge contiene i principi ed i criteri direttivi per la revisione della normativa in materia di consulenti tecnici (CTU).
Nel dettaglio il comma unico dell’articolo prevede che il Governo debba:
rivedere il percorso di iscrizione dei consulenti presso i tribunali, favorendo l’accesso alla professione anche ai più giovani;
distinguere le varie figure professionali, caratterizzate da percorsi formativi differenti anche per il tramite dell’unificazione o aggiornamento degli elenchi, favorendo la formazione di associazioni nazionali di riferimento;
prevedere la creazione di un Albo nazionale unico, dove magistrati e avvocati possano accedere per ricercare le figure professionali più adeguate al singolo caso;
favorire la mobilità dei professionisti tra le diverse corti di appello, anche attraverso l’esclusione degli obblighi di cancellazione da un distretto all’altro;
prevedere la formazione continua dei consulenti tecnici e periti, al fine di assicurarne un’adeguata formazione;
assicurare adeguate tutele alla salute, gravidanza o contingenti che si possono verificare nel corso dell’anno lavorativo prevedendo la possibilità di richiesta di sospensione volontaria (come prevista in altri ambiti lavorativi);
istituire presso le corti d’appello commissioni di verifica (ai cui componenti non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati), deputate al controllo della regolarità delle nomine;
disporre il giuramento telematico, previsto dal giudice in luogo dell’udienza di comparizione per il giuramento del Consulente tecnico d’ufficio.
Il decreto attuativo dovrà essere emanato entro un anno dall’approvazione definitiva del disegno di legge.
Il commento Inarcassa
Di seguito il commento del presidente della Fondazione Inarcassa, in merito all’approvazione in prima lettura al Senato del disegno di legge delega per l’efficienza del processo civile che contiene, all’art. 14, anche la revisione della normativa in materia di consulenti tecnici d’ufficio:
L’approvazione in prima lettura al Senato della delega al processo civile è una ottima notizia […] Ora ci aspettiamo che la Camera calendarizzi il provvedimento e, senza modifiche, lo approvi al più presto. Poi inizierà il percorso dei decreti attuativi sul quale continuiamo ad essere disponibili a dialogare con il governo per presentare le nostre proposte in materia. Per ora possiamo dirci soddisfatti perché i principi e i criteri direttivi contenuti nella delega vanno nella direzione che abbiamo esplicitamente chiesto al decisore pubblico durante gli incontri avuti nell’ultimo semestre. La riforma dell’istituto delle ctu è indispensabile per avere un processo civile più rapido e una pubblica amministrazione più efficiente, in coerenza con gli obiettivi di riforma del sistema giudiziario contenuti nel pnrr. I ctu difatti svolgono una funzione pubblica essenziale a supporto del sistema giudiziario e una buona riforma, che preveda la valorizzazione delle migliori professionalità e un meccanismo trasparente e meritocratico di reclutamento dei consulenti tecnici, garantirebbe un effettivo risparmio di denaro pubblico. In vista dei provvedimenti attuativi continuiamo ad essere disponibili ad un dialogo con il governo per presentare le nostre proposte che vanno nella direzione di una maggiore qualificazione professionale dei ctu. L’obiettivo della riforma non può prescindere, infatti, dalla valorizzazione del ruolo che i ctu assumono nella dimensione pubblica. A tal fine, tenuto conto dei principi e criteri direttivi, la revisione della normativa dovrà riguardare, a nostro avviso, due ambiti fondamentali: la formazione e organizzazione professionale e i compensi. Occorre, infatti, investire sull’aggiornamento professionale e la specializzazione dell’attività, anche attraverso la costituzione di albi dinamici suddivisi per competenze, subordinandone l’iscrizione al possesso della partita iva, rc professionale e regolarità contributiva aspetti che anche nel campo della giustizia non possono essere più dimenticati. Al contempo ci aspettiamo che, a fronte di una sempre maggiore professionalizzazione dei ctu, si provveda all’aggiornamento dei loro onorari che oggi sono umilianti ed imbarazzanti, ormai fermi al decreto del ministero della giustizia del 30 maggio 2002.
La norma, su cui è stata posta la fiducia, passa ora alla Camera per l’approvazione definitiva; in allegato la bozza NON ANCORA IN VIGORE (testo approvato al Senato il 21 settembre 2021).
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